Fresco della prima esperienza con l’Italrugby – è stato invitato dal CT Franco Smith al raduno di Parma della scorsa settimana – Monty Ioane è tornato in Ghirada e si sta allenando con il resto dei Leoni. Siamo andati ad intercettare l’ala che a breve potrà diventare eleggibile per la Nazionale italiana, chiedendogli anche come sono stati i primi allenamenti con gli Azzurri.
Monty, che sensazioni hai per la prossima stagione?
«Sono molto fiducioso riguardo il team che sta nascendo per la prossima stagione. Ci siamo allenati duramente durante la quarantena, allo stesso modo le prime due settimane di preseason sono state molto intense. Sono fiducioso e confido che saremo pronti per fare bene. Sfortunatamente la stagione si è interrotta ma va bene, questo ci ha dato una migliore possibilità di riflettere sull’andamento dell’annata, lavorando su ciò che ci servirà fare».
Quali sono i tuoi obiettivi personali e quelli di squadra?
«I miei obiettivi personali per la prossima stagione sono il miglioramento nell’eludere e battere i difensori, sicuramente rafforzare e migliorare molte altre abilità tecniche del mio gioco. Innalzare il mio livello ad esempio nel calcio, nelle prese aeree, dovrò continuare a lavorare duramente, però vorrei provare a migliorare finché posso; come ho detto sarà un preseason intenso. A livello di squadra al momento stiamo costruendo tra di noi un forte legame, ci sono tanti ragazzi giovani in squadra, allo stesso tempo diversi giocatori hanno lasciato il club dopo tanti anni di permanenza. Non dico che ci sia pressione, ma tanto lavoro deve essere fatto ai fini di una nuova costruzione di unità di squadra; è probabilmente uno degli aspetti su cui stiamo lavorando maggiormente ora».
Come è andato l’invito al raduno dell’Italia?
«Sono stato selezionato per il raduno della Nazionale italiana, sono onorato di aver avuto questo immenso piacere di partecipare al camp Azzurro. Se devo essere sincero sono state giornate intense, probabilmente più di quanto mi aspettassi. Ciò fa parte del processo di preparazione. Ripeto, è stata una settimana intensa, ma mi sono divertito veramente con gli altri ragazzi, perché ci sono tanti giocatori del Benetton e altri delle Zebre contro cui avevo solamente giocato da avversario; è stato incredibile».
Sei qui a Treviso da circa tre anni, ti senti un simbolo del Benetton Rugby?
«Non mi sento un’icona, io faccio il lavoro più semplice, tutti gli altri ragazzi fanno il lavoro più duro. Loro mi passano la palla, io devo metterla a terra per fare meta. Ok, non è così facile, ma tutti gli altri ragazzi fanno un lavoro più difficile».
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