I LEONI TESTANO IL PERCORSO ANTI-INFORTUNI UNIS&F | Benetton Rugby

I LEONI TESTANO IL PERCORSO ANTI-INFORTUNI UNIS&F

16 dicembre 2019

I giocatori del Benetton Rugby sperimentano nuove metodologie per valutare movimenti, reattività, stress.

E’ stato ideato per prevenire infortuni e malattie professionali nei luoghi di lavoro. A testarlo per primi sono stati i giocatori del Benetton Rugby. All’Unis&F Lab di via Venzone a Treviso è installato un vero e proprio percorso esperienziale in grado di analizzare svariati parametri psico-fisici: compiendo alcuni basilari esercizi, sensori collegati ad appositi software informatici, consentono di misurare postura ed equilibrio del soggetto, per correggere eventuali movimenti errati, che alla lunga potrebbero provocare danni fisici. Oppure tracciare il livello di attivazione sensoriale o, al contrario, di rilassamento, utile per valutare (ed esercitare) la capacità di affrontare lo stress e di concentrazione nel momento necessario. Una serie di dischi luminosi che si illuminano con colori, intervalli e sequenze diversi, invece, permettono di “allenare” reattività e coordinazione.

Un progetto promosso da Unis&F, società di formazione degli industriali trevigiani e pordenonesi per le sue applicazioni riguardo alla salute e alla sicurezza nelle imprese. “L’obiettivo è agire sulla sicurezza attiva, cioè valutare la componente umana nella prevenzione degli infortuni o delle problematiche legate ad attività operative. Lo sport  ha prodotto in questi ultimi anni studi e strumentazioni che possono essere spesi nel mondo del lavoro”, spiega Valter Durigon, insegnante di educazione fisica, docente universitario, preparatore atletico (collabora anche con le giovanili del Benetton Rugby), che, insieme alla professoressa Marcella Bounous, segue il progetto per conto di Unis&F.

Sia pure con livelli di intensità ovviamente differenti, infatti, molti movimenti svolti da un atleta  in una partita, possono essere assimilati a quelli che compie un addetto di un’azienda nella sua attività lavorativa quotidiana. E come tali possono essere riprodotti, “allenati” e, nel caso, migliorati per prevenire possibili patologie.

Non a caso, dunque, tra i primi a mettersi alla prova nelle varie postazioni sono stati i Leoni del Benetton Rugby: Tommaso Allan, Marco Fuser, Nasi Manu, Irné Herbst, Ian Keatley, Ratuva Tavuyara, Monty Ioane, Dewaldt Duvenage.

“Sono senza dubbio metodologie molto interessanti per prevenzione degli infortuni, non solo per il fisico, ma anche per attivare la mente, in un modo diverso rispetto al solito – commenta Tommaso Allan, mediano d’apertura dei biancoverdi trevigiani e della nazionale italiana – Sicuramente per noi è un bell’esperimento, ma speriamo soprattutto possano provarlo moltissimi lavoratori”.

Oltre che dei professionisti della palla ovale, infatti, il percorso è a disposizione delle imprese e dei loro dipendenti.

 

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