Tallonatore dalle belle speranze classe 2000, Gianmarco Lucchesi da qualche settimana sta vivendo la nuova esperienza da permit player del Benetton Rugby. Insieme al resto del gruppo biancoverde sta rispettando gli ordini di coach Crowley e del suo staff. Lucchesi che è intervenuto ai nostri microfoni.
Gianmarco, puoi raccontarci il tuo percorso giovanile in ambito rugbistico?
“Il mio percorso rugbistico è iniziato a Livorno nei Lions Amaranto dal minirugby, avevo 7, 8 anni. Ho fatto tutte le trafile giovanili fino all’Under 16, per poi andare a giocare al Granducato Rugby, una franchigia creata a Livorno e formata dai Lions Amaranto e dagli Etruschi. Ho giocato il campionato nazionale Under 16 fino ad arrivare in semifinale, poi ho fatto tutta l’Under 18 facendo le finali. Nel frattempo, facevo l’Accademia di Prato. Dopodiché sono approdato a Remedello dove ho fatto due anni, il primo anno ho dovuto recuperare da un infortunio alla caviglia abbastanza lungo mentre il secondo anno ho fatto le partite del Sei Nazioni Under 20, peccato ci sia dovuto fermarsi prematuramente. Adesso sono qua e dobbiamo iniziare questo percorso, speriamo sia il più prolifico possibile”.
Ora per te l’opportunità da permit player in maglia Benetton. Come la sfrutterai?
“Questa opportunità penso che dovrò cercarla di sfruttare nel migliore dei modi, nel senso di cercare di migliorare sia fisicamente, perché credo che debba migliorare molto, per giocare a un livello come il Pro14 che dovrebbe essere la mia ambizione. E tanto tecnicamente, sulla tecnica di ruolo, su tutte le piccole sfaccettature del rugby, perché essendo giovane devo e posso migliorare”.
Conosci già diversi permit player in quanto avete militato insieme in Italia Under 20. Ciò può essere un elemento di supporto per l’inizio di questa tua nuova avventura?
“Conosco altri cinque compagni con cui ho avuto un percorso di quattro anni partendo dalla Nazionale Under17, penso che sia determinante e importantissimo perché già vedere facce comunque conosciute ti aiuta, entrando in un ambiente così importante poteva essere difficile essere soli, quindi penso sia importantissimo”.
Hai già parlato con Hame (Faiva) e Tomas (Baravalle), i tuoi colleghi di reparto più grandi?
“Ho parlato con Hame e Tomas, soprattutto con Tomas perché siamo in gruppo insieme. Penso siano due persone che mi daranno una mano in questo percorso, soprattutto per l’esperienza, sono due giocatori di altissimo livello e cercherò il più possibile di imparare tutti i segreti del mestiere da loro”.
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