Da oggi, lunedì 8 giugno, è ufficialmente ricominciata l’attività di gruppo per i Leoni del Benetton Rugby. Dopo che da lunedì 4 maggio gli atleti di coach Kieran Crowley hanno ripreso la pratica sportiva a livello individuale, a seguito degli aggiornamenti approvati dalla Commissione Tecnica Federale della Federazione Italiana Rugby – sentito il parere favorevole della Commissione Medica – da questa mattina i biancoverdi hanno potuto svolgere presso gli impianti sportivi de La Ghirada esercitazioni che prevedono anche il passaggio del pallone. Ancora nessuna possibilità di un contatto fisico tra gli atleti del Benetton Rugby e tutte le attività si verificano nel pieno rispetto delle precauzioni atte a garantire il contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2, responsabile della malattia Covid-19, ma ad ogni modo un ulteriore step indirizzato verso il ritorno alla normalità.
A tal proposito abbiamo intervistato il capitano dei Leoni Alberto Sgarbi.
Alberto, è ufficialmente ripartita l’attività di gruppo per il Benetton Rugby, con la possibilità di utilizzare l’ovale.
«Sì, oggi è un altro passo avanti verso il ritorno alla nostra attività normale. Usare il pallone è bello, perché vuol dire incominciare a fare qualche gioco e qualche altra cosa con maggiore attinenza al rugby. Visto che le scorse settimane abbiamo fatto prevalentemente un lavoro atletico e sempre individualizzato, dato che non potevamo avere un contatto fisico tra di noi».
Infatti dal 4 maggio scorso potevate ad ogni modo svolgere attività fisica individuale presso gli impianti sportivi de La Ghirada. Che periodo è stato?
«Sicuramente è stato un periodo comunque utile per fare quei lavori che durante l’anno non si riesce a svolgere per questioni di tempo e perchè si deve lavorare di più sulla parte tecnica in funzione delle partite, quindi è passato. E rispetto al lockdown e al dover rimanere a casa, le scorse settimane poter venire qui e allenarci era sicuramente positivo e alleggeriva, riempiva le giornate».
Come hai trascorso il lockdown e come ti mantenevi in contatto con i tuoi compagni?
«Per tenersi in contatto la tecnologia ci ha aiutato da questo punto di vista. Personalmente è stato un periodo per rimanere di più con la famiglia e avendo un po’ di spazio all’aperto sono stato fortunato a non dover sempre restare chiuso in casa. Ma in generale tutti i ragazzi devo dire che hanno risposto bene e l’hanno vissuta in modo positivo. Si cercava di allenarsi per quanto possibile in casa e quando era possibile andare a correre si correva, poi avevamo un minimo di pesi per mantenere il tono muscolare».
Sono anche giorni di attesa per la decisione del board del GuinnessPRO14 riguardo la possibile continuazione del torneo celtico. Come state vivendo queste ore?
«Siamo in attesa. Perché sapere esattamente il programma futuro è utile per la programmazione e per sapere cosa fare. Al momento viviamo il quotidiano, il fatto di poterci allenare insieme è già un passo avanti importante e poi speriamo che il campionato possa continuare. Qualsiasi direzione sarà noi siamo pronti e ci stiamo preparando, ovviamente non sapendo quando. Ma a questo punto poco importa, l’importante è che siamo qui e che ci alleniamo bene».
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