Tutto è pronto per l’ottavo di finale di Challenge Cup di sabato alle ore 16.00 a Monigo contro Connacht. (Clicca per acquistare i biglietti). A presentare la sfida per il Benetton Rugby è Marcus Watson, ai microfoni di BenTV.
Marcus, sabato l’ottavo di finale di Challenge Cup e si tratta di una sfida secca. Come si approccia dal punto di vista mentale?
“È una partita da dentro o fuori, l’approccio è diverso chiaramente. Però non dobbiamo cambiare il nostro modo di giocare, rimanendo sempre noi stessi. Abbiamo giocato contro Connacht in URC e ciò ci ha aiutato nel preparare la gara. A Galway abbiamo perso giocando una buona partita, speriamo oggi l’esito sia diverso”.
Hai giocato finali di livello olimpico con l’Inghilterra a 7. Come hai sempre affrontato le sfide a eliminazione diretta?
“Si tratta di una gara secca, è un altro tipo di competizione. Allo stesso tempo devi trattare la partita senza stravolgerla, rispettando il piano gara. Serve mantenere un livello emotivo stabile, senza condizionamenti dovuti ai singoli episodi. Nei momenti difficili cercherò di aiutare i giocatori più giovani grazie alla mia esperienza. Non solo io, ma tutti i miei compagni più esperti”.
Quest’anno abbiamo già affrontato Connacht in URC. Che ricordi hai di quella partita?
“L’ultima volta in campionato con Connacht è stato frustrante, una partita molto tirata. Poteva andare in un altro modo, loro fecero la differenza negli ultimi dieci minuti. Dobbiamo concentrarci sulla fisicità, perché loro hanno un gioco molto diretto”.
Saranno decisivi gli avanti o i trequarti?
“Sia gli avanti che i trequarti. Connacht è squadra molto intensa a cui piace muovere l’ovale. L’aspetto in cui non dobbiamo mancare è la fisicità, tutti e 15 in campo. Poi con la palla in mano possiamo essere pericolosi e dobbiamo essere concreti“.
Nelle ultime partite hai trovato molto spazio e anche segnato diverse mete. Come reputi questo primo anno ai Leoni?
“Sono molto contento di questi mesi a Treviso, mi trovo totalmente a mio agio. Inoltre giocare con volti familiari come Jacob Umaga e Matteo Minozzi mi aiuta ancor di più. Più posso fare per dare una mano alla squadra, più posso divertirmi in questa esperienza”.
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