UNDER 20: - 2 alla semifinale di Padova, la parola al tecnico Sergio Zorzi
Vincendo per 65-21 contro la Ferla L Aquila, nel barrage della settimana scorsa, il Benetton Treviso Under 20 si è garantito l accesso in semifinale.
Domenica, con calcio d inizio alle ore 15, presso il Centro Sportivo Guizza di Padova, i giovani Leoni affronteranno i pari età del Petrarca in un match che si preannuncia come equilibrato ed assolutamente aperto a qualsiasi risultato.
L occasione è il momento propizio per tirare le somme con un primo piccolo bilancio assieme a Sergio Zorzi, che con Gianni Zanon allena i futuri talenti biancoverdi.
Sembra di aver compiuto una scalata, dopo la rimonta arrivata proprio all ultima giornata ai danni del Noceto, eppure è adesso che inizia la parte più difficile.
La scalata è indubbio che sia stata fatta. Nessuno probabilmente si aspettava questo sorpasso all ultimo istante e sei vittorie consecutive, anche contro squadre di spessore.
Devo fare davvero i complimenti ai miei ragazzi per quello che sono riusciti ad ottenere. Sono stati bravi a tenere mentalmente e poi abbiamo vinto e segnato molti punti giocando apertamente e facendo vedere cose positive. La parola d ordine, in questo periodo, è stata soprattutto crederci .
Quella del gioco d altronde è una prerogativa del tecnico trevigiano.
Penso che sia l unico vero modo per tenere vivo questo sport. Deve esserci divertimento in campo, ma anche il dovere di rendere spettacolare ogni match per chi guarda da fuori.
Credo sia anche stimolante per i giocatori. Con questo non voglio dire che si devono vedere contrattacchi dalla linea dei 22, ma che è importante saper sempre leggere la situazione che si pone di fronte .
Molti giocatori si sono messi in evidenza, anche in Nazionale, però a parte una prima linea da invidiare, è sembrato mancare qualcosa sul piano fisico. Eppure questo gap è stato sempre superato brillantemente.
C è sicuramente un po di gap e credo si sia notato nel corso dell anno. Comunque a mio avviso il rugby è soprattutto comprensione degli spazi e velocità, quindi pur essendo necessaria una buona struttura fisica non è assolutamente indispensabile essere dei marziani .
Grande colpo solo sfiorato al ritorno e sconfitta di misura all andata. Due match comunque particolari quelli della regular season contro il Petrarca Padova.
Nonostante una grande stagione da parte dei tuttineri primi in classifica, resta quindi un po di spazio per essere fiduciosi.
Premetto che sono contento di andare in finale con il Petrarca, perché reputo quella di Padova una squadra leale e che gioca a rugby, cosa che non sempre ho visto quest anno in altre squadre.
Questo deve essere un monito in primis per noi allenatori, perché a volte si tende a privilegiare troppo l arroganza.
Ho visto cose che non mi sono troppo piaciute e credo si debbano ricercare sempre i principi generali del gioco ed il divertimento.
Tornando alla partita, ritengo che la nostra non sia più la stessa squadra dell inizio. I ragazzi sono cresciuti molto e hanno acquisito fiducia nei propri mezzi.
Per questo penso possa essere una partita aperta e possiamo giocarcela. Ora è tutto nelle mani dei ragazzi, devono entrare in campo determinati con la volontà di fare risultato .
Il Campionato negli ultimi anni ha subito diverse modifiche, a partire dalla suddivisione in tre gironi. Rappresentando una delle prime quattro forze in Italia, come giudica il livello attuale dei settori giovanili nel nostro Paese?
Ritengo che il livello purtroppo sia abbastanza basso. Non per colpa dei ragazzi, ma perché bisognerebbe creare maggiori competenze e formare in maniera più adeguata gli allenatori, a partire dal livello base.
Poi si dovrebbe lavorare maggiormente sulle abilità individuali, sulle skills, anche perché ho notato negli anni che gli atleti non conoscono bene lo sport, ma lavorano un po per compartimenti stagni, cioè hanno bisogno quasi di imparare a memoria schemi di gioco.
A me, invece, piace di più vivere la situazione, saper leggere un dato momento e capire al volo la soluzione. Bisogna insomma comprendere quello che succede in campo, averne una chiave di lettura e farla propria .
In che modo quindi, partendo dai settori giovanili, si possono formare le future generazioni del rugby d eccellenza?
Attraverso il dialogo. Bisogna sedersi tutti quanti attorno ad un tavolo, sentendo ed accettando le idee di tutti, eliminando uno dei più grossi problemi del nostro movimento: il campanilismo.
Dobbiamo pensare che stiamo costruendo il futuro dei ragazzi ed il bene della palla ovale, bisogna quindi rinunciare a qualcosa a livello individuale per il collettivo. Si deve lavorare insieme e rispettandosi l un l altro, che poi alla fine è anche quello che avviene costantemente in campo .