RUGBY E OLIMPIADI: Il Seven ai Giochi Olimpici dal 2016. Le reazioni dei giocatori Benetton

Treviso, 08 Ottobre 2009

Treviso, 9 ottobre 2009

Il rugby entra nel novero degli sport dei Giochi Olimpici. Lo farà nella sua forma più divertente e meno probante, tanto che anche l’ultima Coppa del Mondo è durata solamente due giorni.

Si tratta del rugby a sette, meglio conosciuto come Seven, che diverrà sport dei cinque cerchi assieme al golf, a partire dall’edizione del 2016, recentemente affidata a Rio de Janeiro.

Questa la decisione, uscita dalla centoventunesima sessione del Cio, che ha votato oggi a Copenaghen sull’introduzione delle due nuove discipline.

Non si sono fatte attendere nemmeno le repliche da parte dei giocatori del Benetton Rugby, specialmente quelli con trascorsi importanti nella specialità.

Benjamin De Jager, ha giocato per anni con la Nazionale Italiana Seven, della quale in più occasioni è stato anche capitano.

“E’ una bellissima notizia per tutto il rugby mondiale ed in particolar modo sono contento per i giocatori italiani che avranno la possibilità di partecipare alle Olimpiadi.

Peccato che la decisione non sia arrivata prima, così avrei potuto partecipare. E’ comunque una disciplina importante, in cui ti confronti meglio individualmente e capisci effettivamente il tuo livello.

Ci sono più spazi, più divertimento, passaggi lunghi che non vedi nel rugby a XV, velocità. E’ un altro sport, con possibilità anche per squadre meno forti nello Union di competere ad alti livelli, come Russia, Argentina e altre”.

Andy Vilk detiene il record di presenze consecutive nei tornei Seven organizzati dall’Irb con la maglia dell’Inghilterra ed è stato a lungo capitano della Nazionale di Sua Maestà, giocando nell’insospettabile ruolo di tallonatore.

“Ho letto la notizia e pur essendo un po’ deluso perchè ho paura che sarò troppo vecchio, mi sento comunque molto eccitato per il rugby e specialmente per i giocatori a sette.

Penso sarà un cambiamento importante, perchè il rugby a sette può avere un impatto eccezionale a livello mondiale, con molti Paesi emergenti che possono salire alla ribalta, penso all’India o all’America”.

Talento del Seven australiano è stato in passato anche l’estremo biancoverde Brendan Williams, chiamato a rappresentare i Wallabies in più di un’occasione.

“Sarà grandioso. Il rugby a sette è divertente e conosciuto ovunque, anche in Medio Oriente e in Asia. E poi chiunque può riuscire a vincere.

Io ho dato il mio in passato con l’Australia e non mi dispiace troppo di non esserci. Sarà stupendo per chi giocherà e per il pubblico, che penso sarà tra i più numerosi tra tutti gli sport”.


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