CROWLEY: "Treviso? La mia sfida"
Treviso, 17 Febbraio 2016
Kieran Crowley, il neo tecnico biancoverde, espone le sue considerazioni riguardanti il rugby italiano e il livello del GuinnessPro12.
Cosa ne pensi del rugby italiano?
“La mia impressione del rugby italiano è sempre stata molto positiva. Le squadre hannouna buona etica del lavoro,sonofortinelle fasi statiche, bene in touche e mischia,bravi anche in maul. Di solito hannoun buon gioco al piede e sono tenaciin difesa maalcune volte nei loro matchmancailfattore “x” “
Cosa intendiper fattore “x”?
“Quando parlo di fattore “x” intendo l’esplosività”
Quali sono state le tueprime sensazioni quando è arrivata la chiamata da parte del Benetton Rugby? Quali motivazioniti hanno portato in Italia?
“Sono stato veramente molto felice quando ho saputo dell interessamento delBenetton Rugby.Allenare questo club per merappresenta una possibilità di crescitacome allenatore,sono convinto chequi ci sianole buone basi per una squadradi successo.Nella mia carriera ho allenato sia alivello nazionale cheinternazionale cercando di rimanere sempreall interno della mia comfort zone. Penso che sia indispensabile riceveredi continuostimoli nuovi, decisidi andare ad allenare in Canada perchèdella Nuova Zelanda conoscevo ormai tutto:persone,metodologie di lavoro, luoghi. Quando è arrivata l’opportunità di venire a Treviso,ho subito accettato,per me è una sfida sia dal punto di vista rugbistico chedal punto di vista umano”
Come stai vivendo questi mesi di attesa?
“Non vedo l’oradi cominciare a lavorare con i ragazzi, ma questi mesi mi permetteranno di studiare e organizzare al meglio la prossima stagione insieme al direttore sportivo Antonio Pavanello”
Cosa ne pensi del Guinness Pro12 e del livello delle squadre che vi partecipano?
“E’ un campionato duro,con giocatoridi alto livello. E’ vero, non c’è nessuna squadra qualificata per i quarti di finale di Champions Cup, ma la difficoltà della lega consiste nel dover affrontare club provenientida quattro nazioni, condifferenti modi di giocare econdiverseinterpretazioni del rugby.”
Ti definisci un allenatore che preferisceadattare la sua filosofia di gioco alla rosaa disposizione o pensiche sia la squadra a doversi adattare altuo stiledi gioco?
“La mia filosofia è che ci sono 15 giocatori in campo e voglio utilizzarli tutti, non mi piace un’interpretazione molto cinica, il rugby è uno sport che deve intrattenere,mi piacerebbe vedere un gioco veloce con la palla in mano,ma ovviamente l obiettivo rimane quello di vincere.Questa è un pò la mia filosofia di gioco cheandrà adattata alla squadra edalle varie partite.”